Il gruppo internazionale CK Hutchison ha reso noti i risultati finanziari aggiornati al 31 dicembre 2021 che comprendono anche l’andamento di WindTre, l’operatore nato dalla fusione tra Wind e 3 Italia e controllato proprio dalla multinazionale con sede ad Hong Kong.
Per quanto riguarda l’andamento sul mercato italiano, WindTre registra ancora una volta un calo del numero dei clienti, arrivati a quota 20,647 milioni. Per l’operatore si tratta di una discesa del 2% rispetto al primo semestre 2021 e del 4% se si considera lo stesso periodo dell’anno precedente, quando il numero complessivo arrivava a 21,5 milioni. La perdita totale ammonta quindi a circa 700.000 clienti persi nel corso degli ultimi 12 mesi.
Non sono molto differenti i numeri riguardanti i clienti attivi di WindTre, ovvero coloro i quali hanno utilizzato i servizi dell’operatore (chiamate in entrata o uscita, navigazione con traffico dati) nel trimestre precedente. In questo caso, nel 2021 WindTre ha registrato 19,037 milioni di clienti mobili attivi, con un calo del 3% rispetto ai 19,6 milioni del 2020.
Nei dati appena menzionati dovrebbe essere inclusa anche la base clienti di Very Mobile, il secondo brand di CK Hutchison in Italia che però il gruppo non cita chiaramente nella relazione. Viene invece fatto un accenno ai clienti WindTre di rete fissa, che ammontano a 2,9 milioni di unità.
L’operatore ha evidenziato nel 2021 un AMPU (margine medio netto per singolo utente) di 9,36 euro al mese, mentre il tasso di abbandono, cioè il cosiddetto “churn rate” che indica l’andamento delle disdette, è stato dell’1,4%, lo stesso valore registrato l’anno precedente.
L’andamento in calo del mercato si ripercuote ovviamente anche in un calo dei ricavi totali, che nel 2021 sono ammontati a 4,193 miliardi di euro, ovvero il 10%in meno rispetto al 2020, quando il valore era stato di 4,654 miliardi di euro.
Lo stesso CK Hutchison ammette le difficoltà del settore telecomunicazioni con particolare riferimento all’Italia, un mercato che si conferma difficile per l’intensa competizione e la guerra dei prezzi che riduce i margini per gli operatori presenti.