TIM ha pubblicato l’Informativa Finanziaria al 30 settembre 2022 appena approvata dal consiglio d’amministrazione del gruppo mettendo in evidenza risultati in linea con gli obiettivi previsti per l’anno in corso.
Al di là dei numeri, che si possono leggere dettagliatamente nel comunicato e soprattutto nell’allegato (entrambi file PDF) pubblicati dall’operatore, ciò che potrebbe interessare maggiormente gli attuali e i futuri clienti TIM è la dichiarata intenzione di aportare nei prossimi mesi un riposizionamento dei prezzi del portafoglio delle offerte che potrebbe includere anche il tanto discusso adeguamento automatico delle tariffe all’inflazione.
TIM afferma infatti che entro fine anno sarà introdotto nei contratti un meccanismo di indicizzazione dei prezzi all’inflazione, ovvero la possibilità di aumentare i costi delle offerte in maniera automatica seguendo l’andamento dell’inflazione.
Si tratta di una novità sostanzialmente differente dalle classiche rimodulazioni che periodicamente interessano quasi tutti gli operatori. In questo caso, infatti, i clienti sarebbero costretti a subire gli aumenti senza poterli rifiutare, in quanto non sarebbe consentito loro di avvalersi del diritto di recesso per chiudere il proprio contratto o passare ad un altro operatore senza pagare penali o costi di disattivazione
Il piano di TIM si inserisce nel più ampio progetto di riposizionamento premium del marchio e delle sue tarigge che l’operatore indica nel comunicato come “Value vs. Volume“. Spiega al riguardo l’azienda presieduta da Salvatore Rossi:
Sono proseguite le iniziative volte a implementare la strategia di posizionamento premium “Value vs. Volume”, tra cui il lancio di un nuovo portafoglio di offerta che include la prima connessione a 10 Gbps disponibile sul mercato italiano e il re-pricing selettivo della customer base fissa e mobile, con un beneficio atteso di circa 50 milioni di euro a regime. Mentre le attività di re-pricing proseguiranno nei prossimi trimestri, entro fine anno sarà introdotto nei nuovi contratti un meccanismo di indicizzazione dei prezzi all’inflazione.
Il riposizionamento dei prezzi TIM riguarderà sia la clientela fissa che quella mobile, ma non è dato per il momento sapere per quali clienti e per quali offerte sarà introdotto il meccanismo di indicizzazione dei prezzi all’inflazione.
Ricordiamo che negli scorsi mesi anche WINDTRE si era detta interessata ad introdurre una soluzione di questo tipo per le sue offerte. La società di CK Hutchison aveva motivato questa possibilità facendo leva sull’adeguamento automatico dei prezzi all’ingrosso a cui proprio TIM starebbe pensando per l’affitto agli operatori terzi dei suoi servizi di rete fissa.
Sulla questione era arrivata in seguito la risposta indiretta di Benedetto Levi, il CEO di Iliad che si era detto contrario a tale pratica motivando la sua posizione con l’osservazione che già oggi nulla impedisce agli operatori di aumentare i prezzi delle offerte per i nuovi clienti, né di apportare delle rimodulazioni alle tariffe dei clienti già acquisiti, a patto ovviamente di garantire a questi ultimi il diritto di recedere dal contratto e scegliere eventualmente di passare ad un altro operatore.
L’aumento dei prezzi dell’energia e la crescita esponenziale e generalizzata dei costi potrebbe presto far cambiare le cose nel settore delle telecomunicazioni. L’annunciata decisione di TIM potrebbe pertanto aprire nuovi scenari sul mercato, con conseguenze “a cascata” sulle strategie e sul posizionamento tariffario di altri operatori che rischiano, come sempre, di avvenire a danno dei consumatori.