TIM ha dovuto rinviare lo spegnimento della sua rete 3G su imposizione dell’AGCOM, che ha preso questa decisione per via di alcune criticità riscontrate nel processo di disattivazione della tecnologia mobile di terza generazione.
TIM aveva inizialmente programmato lo switch-off del 3G nel periodo compreso tra aprile e giugno di quest’anno, pubblicando sul proprio sito anche la road map con le date di disattivazione previste per i vari comuni italiani. L’operazione avrebbe interessato la conversione degli impianti a 2100 MHz verso le tecnologie 2G, 4G e 5G e di quelli a 900 MHz verso il 4G e 5G.
Con la delibera 74/22/CONS dello scorso 17 marzo l’AGCOM (chiamata “Approvazione del piano di spegnimento della rete 3G di TIM e azioni a tutela dell’utenza”) ha invece spostato tale passaggio a non prima di luglio 2022.
La ragione che ha spinto l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a prendere tale decisione è stata essenzialmente il fatto che TIM non aveva comunicato alla propria clientela mobile la possibilità di recedere dal contratto senza costi, come invece previsto dalle stesse Condizioni Generali di Contratto dell’operatore che, all’articolo 14, prevedono il recesso senza costi o penali anche in caso di variazioni dovuti ad esigenze tecniche e a “mutamenti tecnici delle piattaforme di rete”.
TIM, che tuttavia ha evidenziato di non prevedere dei costi di disattivazione per le linee mobili, è stata inoltre segnalata da uno degli operatori virtuali che si appoggiano alla sua rete per un problema legato alla difficoltà di migrare verso il 4G quella parte di clientela che dispone di servizi di “essenziale funzione di pubblica sicurezza”. L’operatore in questione aveva chiesto quindi un rinvio del processo di spegnimento del 3G fino a giugno, così da organizzare al meglio il passaggio e creare meno disagi possibili per gli utenti.
L’obiettivo di AGCOM è inoltre consentire al pubblico di avere più tempo per sostituire i dispositivi compatibili solamente con il 3G o tecnologie precedenti, oltre ad agevolare al tempo stesso l’adozione diffusa del VoLTE (le chiamate voce su rete 4G) e favorire il confronto con i produttori di smartphone e altri apparecchi.
L’AGCOM ha pertanto deciso per il posticipo dell’operazione confermando però la legittimità della decisione di TIM di dismettere il 3G, a condizione che il processo non avvenga prima di luglio. Si attende a questo punto una nuova pianificazione con relative date di spegnimento da parte di TIM e dei rispettivi operatori virtuali che usano la sua rete.