Il Canone Rai cambierà presto forma e non sarà più addebitato nella bolletta elettrica. La notizia arriva direttamente dal Governo, che in questi giorni ha confermato di volersi allineare a quanto richiesto dall’Unione Europea accogliendo l’ordine del giorno della deputata Maria Laura Paxia (Gruppo Misto), che chiedeva proprio di svincolare la tassa televisiva dalle bollette della luce.
Se la decisione venisse confermata, a Palazzo Chigi dovrebbero trovare un metodo alternativo per riscuotere il Canone Rai e tra le ipotesi al vaglio ce ne sono alcune destinate a far discutere. La prima è la possibilità associarlo alla tassa sulla casa o alla tassa sull’auto, ma si tratterebbe di due opzioni facilmente percepite come “impopolari” dagli italiani e quindi di difficile attuazione, soprattutto considerando che nel 2023 si terranno le elezioni politiche e nessun partito vorrà rischiare le eventuali ricadute elettorali di una simile decisione.
Un’altra via è quella di far pagare il Canone direttamente nella dichiarazione dei redditi, quindi tramite il 730. Tale possibilità appare ad oggi una delle vie più percorribili, tanto che secondo alcune ipotesi potrebbe essere introdotta con la prossima Legge di Bilancio.
In ogni caso restano ancora in piedi alcune alternative, tra cui l’abolizione del Canone Rai. Se l’Italia scegliesse questa strada si unirebbe ad altri paesi europei che ad oggi non richiedono ai cittadini di pagare a parte la tassa di possesso di un apparecchio televisivo. Succede così, ad esempio, in Spagna, Svezia, Norvegia, Finlandia, di Belgio e Olanda.
In questo scenario i soldi alla Rai (si parla di circa 1,63 miliardi di euro all’anno) verrebbero versati direttamente dallo Stato prelevandoli dalle altre tasse generali, che a quel punto verrebbero inevitabilmente aumentate. È chiaro quindi che in qualsiasi caso sarebbe sempre il cittadino a pagare per il Servizio Pubblico Radiotelevisivo, per cui resterebbe solo da capire se direttamente, indirettamente o in che modo pagare.