Iliad è finita ancora una volta nel mirino del Giurì della pubblicità per alcuni slogan presenti nei suoi spot e per una frase postata sul suo profilo Facebook ritenuta denigratoria della concorrenza.
La vicenda segue il chiacchierato pronunciamento di alcuni mesi fa del Giurì che aveva portato al ritiro di alcuni spot della fibra Iliad, anche in quel caso ritenuti poco chiari fino ad essere fuorvianti e ingannevoli.
A segnalare la condotta di Iliad al Giurì è stata stavolta Vodafone, a cui si è unita anche WINDTRE. La pronuncia numero 19/2022 dell’organo dell’IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) è arrivata nelle scorse ore e ha ritenuto Iliad colpevole per delle frasi presenti in diversi annunci commerciali visibili su Internet o tramite affissioni, che avevano lo scopo di promuovere i suoi servizi di telefonia mobile.
Il Giurì ha ritenuto ingannevole, in quanto contrario all’articolo 2 del Codice di Autodisciplina, lo slogan “9 MILIONI di persone hanno già scelto Iliad. E tu? FIDATI DI CHI CE L’HA” apparso sia sul sito dell’operatore, sia nella mega affissione allestita a inizio luglio a Milano per festeggiare il traguardo dei 9 milioni di clienti mobili.
Per il Giurì è stata ingannevole anche la frase “Primo operatore mobile in Italia per qualità/prezzo” che Iliad ha pubblicato per sottolineare il riconoscimento dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza (ITQF) basato su uno studio che promuoveva l’operatore francese come il migliore per rapporto qualità-prezzo nell’ambito della telefonia mobile.
Infine, stesso giudizio è stato dato per il messaggio “Assistenza di qualità in meno di 25 secondi” riferito al tempo di risposta del servizio clienti 177 e visibile anch’esso, come il precedente, sul sito ufficiale alla sezione “Perché Iliad?”.
L’ultimo punto contestato dal Giurì riguarda infine la frase “Fra di voi sembrava diverso, ma alla fine ti ha RACCONTATO SOLO PALLE” pubblicata in un post sul profilo ufficiale Facebook di Iliad. Oggetto sottinteso del messaggio era genericamente “la concorrenza”, quindi senza che vi fossero espliciti riferimenti ad un preciso operatore, ma tanto è bastato perché venisse ritenuto denigratorio e quindi in contrasto con l’Articolo 14 del Codice di Autodisciplina.
Il Giurì ha imposto il blocco alla diffusione dei messaggi ritenuti illeciti, ma si attende per i prossimi giorni la pubblicazione dei dettagli della pronuncia per capire le ragioni che hanno portato l’autorità a prendere tale decisione.
La diretta interessata Iliad ha ribadito nel frattempo in una nota che la sua condotta nei primi quattro anni di attività in Italia è stata sempre indirizzata verso la trasparenza e il rispetto del cliente, come certificato non solo da enti terzi ma anche e soprattutto dalla fiducia del pubblico che si è tradotta finora in un numero di utenti in costante crescita.
Infine, la breve comunicazione si chiude con una stoccata ai concorrenti che hanno sollevato la questione, ovvero Vodafone e WINDTRE. Iliad si dice “sorpresa” che la contestazione arrivi “da operatori la cui storia è ricca di contestazioni e condanne” per comportamenti non indirizzati alla tutela dell’utente e che non vanno in direzione della già menzionata trasparenza.